mercoledì 20 marzo 2013

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce | Recensione


  • Un viaggio attraverso la propria vita, per riscoprirne il senso e perdonare il passato 
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    Titolo: L'imprevedibile viaggio di Harold Fry 
    Autore: Rachel Joyce
    Editore: Sperling & Kupfer
    Collana: Pandora 
    Data di pubblicazione: 25 settembre 2012
    Pagine: 310 pagine
    Prezzo: 17,90
    ISBN: 978-8820052706


  • Trama
  • Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare. Forse perché ha con la sua amica un antico debito di riconoscenza, forse perché ultimamente la vita non è stata gentile con lui e con sua moglie Maureen, Harold cammina e cammina, incurante della stanchezza e delle scarpe troppo leggere. Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere. Inizia così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell'Inghilterra, ma anche dentro se stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone, che Harold illuminerà con la sua saggezza e la forza del suo ottimismo. Harold Fry è - a suo modo - un eroe inconsapevole, proprio come Forrest Gump: un uomo speciale capace di insegnarci a credere che tutto è possibile, se lo vogliamo davvero.


  • L'AUTRICE
    Rachel Joyce è nata nel Gloucestershire, dove vive tuttora con il marito, le figlie e tantissimi animali. Ha lavorato diversi anni per i canali radiofonici della BBC, scrivendo sia sceneggiati originali sia adattamenti di grandi classici della letteratura. Questo è il suo primo, celebratissimo romanzo.




     
  • RECENSIONE 
    [di Aurore Favilla]
Le scarpe di tela sono il simbolo di questo romanzo, non a caso sono ben rappresentate in copertina. Diventano un oggetto magico, un talismano, un portafortuna per il protagonista Harold che non le abbandona neanche quando le vesciche ai piedi sono insopportabili e le scarpe sono rotte, lacere e zuppe d’acqua. Come si evince dal titolo, la storia del libro è incentrata sul viaggio del signor Harold Fry, di recente pensionato, abitante di  Kingsbridge  nel sud dell’Inghilterra in una villetta a schiera che divide con la moglie Maureen. La loro è in effetti diventata più una coabitazione che un matrimonio; le parole sono rare così come gli sguardi o la condivisione di interessi. Il vero motivo di intraprendere questo insolito viaggio lungo il Regno Unito fino alla Scozia, sembrano all’inizio la voglia di rompere la noia e la monotonia oltre al desiderio di fare visita all’amica e collega del passato, malata in fase terminale.

Andando avanti con la lettura, che mescola il presente con i ricordi dei due coniugi, si vengono a scoprire invece le motivazioni più profonde di questo viaggio, la disperazione, la paura, i rimorsi e l’insoddisfazione. Si tratta quindi di un viaggio di formazione, dove la catarsi e l’espiazione sono favoriti dalla solitudine, la fatica e i dolori fisici che portano ad un risveglio dei sensi e all’essenzialità della vita. Harold cammina sul ciglio delle strade, con l’erba che gli carezza le caviglie, il vento che sferza la sua pelle,  il freddo, il caldo e la pioggia. Nonostante i dolori e le intemperie lui non si ferma mosso da un intimo motore che lo conduce fino al nord.

L’autrice, nella seconda metà del libro, trasforma il viaggio del singolo in aggregatore per la popolazione che inizia ad incoraggiare il protagonista mandandogli doni e unendosi a lui; ricreando così in parte il fenomeno di Forrest Gump e in alcuni tratti  quello di “Nelle terre estreme di Jon Krakauer. Questo a scapito dell’introspezione e del viaggio solitario di Harold, perdendo parte dell’autenticità per lasciare spazio al fenomeno sociale e televisivo che spoglia la nobiltà e l’intimità del gesto.

Concludendo il libro, si capisce come il cammino di Harold sia da una parte  la volontà di allontanarsi dal passato e la paura di affrontare il presente mettendo un piede dietro l’altro alla ricerca disperata di trovare sollievo e risposte nel futuro. Dall’altra un modo per vincere l’impotenza di fronte alla malattia di una persona cara, la necessità di fare qualcosa e illudersi che le sue azioni possano influire sulla vita dell’altro, nella speranza di salvarlo.

Leggere questo libro fa sicuramente venire voglia di camminare, di intraprendere un viaggio dentro la nostra vita per poterla analizzare, accettare e capire di farne parte nonostante tutto. L’uomo solo di fronte al mondo, spoglio, con un’unica certezza, quella di esistere.

VALUTAZIONE T&TBC


RICETTA CONSIGLIATA


MUSICA CONSIGLIATA

Mumford & Sons  " Roll away your stone"

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